L’Area marina protetta Secche di Tor Paterno è stata istituita nel dicembre 2000 dal Ministero dell’Ambiente ed è attualmente affidata alla gestione dell’Ente regionale Roma Natura: essa rappresenta un’unicità nel Mar Mediterraneo, poiché costituisce la sola AMP in tutto il bacino ad esser completamente sommersa, non confinando direttamente con nessun tratto di costa. L’AMP è situata nel Mar Tirreno centrale, ad una distanza compresa tra le 4 e le 7 miglia dalle spiagge di Ostia e Torvaianica. La misura di protezione prevede un’unica zona di riserva B (1.387 ettari) che racchiude al suo interno un grande affioramento di rocce sedimentarie formatesi tra i 2 milioni e i 20 mila anni fa, di forma oblunga orientata in senso NE-SW, le quali raggiungono i 18 m di profondità elevandosi dai fondi sabbio-fangosi circostanti posti tra i 50 e i 60 m di profondità. Questa grande e complessa formazione rocciosa è completamente nascosta dall’acqua, che non permette l’osservazione del paesaggio sottomarino incantato, ricco di colori vivaci. Tale formazione rocciosa è morfologicamente eterogenea e diversificata, fornendo numerosi habitat per gli organismi che qui mostrano elevate abbondanze e un ottimo stato di salute, grazie anche alle misure di tutela avviate.
Le Secche vengono anche identificate con il nome di Secche di Mezzo poiché fanno parte di una più estesa formazione rocciosa composta ulteriori due rilievi di dimensioni minori: le Secche di Terra (dette anche Secchitelle) che si sviluppano verso costa e le Secche di Fuori che si estendono più a largo a circa 100 m di profondità. Soltanto le Secche di Mezzo ricadono completamente all’interno della zona tutelata. Le Secche di Tor Paterno ricoprono un ruolo ecologico fondamentale per le specie bentoniche e ittiche nel Tirreno centrale: esse costituiscono l’unica formazione rocciosa su un tratto di più di 50 km lungo le coste laziali, interrompendo l’omogeneità dei fondali sabbio fangosi costieri da Anzio a Torre Flavia. Ciò ne fa un trampolino di lancio per la dispersione delle larve delle che colonizzano i fondali rocciosi ed un’oasi per il foraggiamento delle specie ittiche.
Nel 1988, con l’emanazione del Decreto del Ministero della Marina Mercantile n. 402/88, fu istituita una Zona di Tutela Biologica per la protezione del tratto di mare che si estende dalla spiaggia di Capocotta a circa metà dell’attuale poligono dell’AMP. Tale provvedimento fu emanato con l’intento di limitare le attività di pesca nell’area oggetto della misura al fine di favorire il recupero delle specie marine di importanza economica e impoverite dall’intenso sfruttamento. Il provvedimento di tutela biologica terminò nel 1994. Successivamente, L’AMP fu stata istituita con Decreto del Ministero dell’Ambiente il 29/11/2000 al fine di perseguire obiettivi di connessi alla protezione ambientale, tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche e geomorfologiche dell’area, diffusione e divulgazione nell’ambito dell’ dell’ecologia e della biologia degli ambienti marini e costieri, educazione ambientale, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile dell’economia locale. Dal 2000, la città di Roma ha inserito tra le sue aree protette anche un’AMP, per proteggere e valorizzare il patrimonio sommerso a largo della Capitale.
Alcune attività, ritenute compatibili con le finalità di protezione e conservazione degli ecosistemi marini, sono consentite e regolamentate nell’AMP. Le attività subacquee turistiche sono consentite in presenza di guide o istruttore dei centri d’immersione autorizzati e per un numero massimo stabilito di visitatori giornaliero. Gli orari ed i siti, segnalati con appositi gavitelli d’ormeggio, sono indicati da RomaNatura. E’ permessa la pesca sportiva e ricreativa da imbarcazione, a profondità maggiori di 45 m, previa autorizzazione e rispettando tutte le prescrizioni e specifiche tecniche dell’Ente gestore. Sono consentite le attività della piccola pesca artigianale previa autorizzazione e ottemperanza delle restrizioni imposte. La gestione di queste attività da parte di RomaNatura permette un limitato impatto sull’ecosistemi e ne assicura la sostenibilità. Non è in alcun modo consentito il transito, l’ancoraggio e la pesca in apnea all’interno dell’AMP.
Per sapere di più sulle attività consentite e sulle limitazioni imposte consulta il Regolamento e il Disciplinare aggiornato.